DiMar: valorizza il savoir-faire artigiano con awm

“Uno strumento come awm, è capace di entrare in profondità all’interno dei processi produttivi, [..] aiutandoci a essere bravi nel mestiere che sappiamo fare” afferma Giorgio Pellegrini, Operation Director di DiMar

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awm suite supporta la digitalizzazione dei processi preservando la tradizione dell’artigianato e al Made in Italy

L’integrazione intelligente con i sistemi aziendali esistenti ha permesso un flusso di informazioni più fluido, migliorando l’efficienza operativa e consentendo una visione globale delle risorse umane in tempo reale.

la storia di DiMar Group

“Paragono la storia di DiMar a una delle classiche storie di successo di molti artigiani italiani, che, tra gli anni Cinquanta e Ottanta, hanno provato ad emergere dal loro piccolo mondo artigiano, iniziato in un sottoscala della propria abitazione, lavorando sodo e con tanta passione. Nel nostro caso, per fare borse per le più grandi case del lusso.”

Con queste parole, Angelo Cionco, presidente e cofondatore di DiMar Group, racconta la nascita della sua azienda, oggi tra le principali eccellenze nella produzione di articoli di pelletteria per i principali brand mondiali nel settore moda e lusso.

Nata dall’incontro professionale tra Angelo Cionco e Fabio Martinelli, in oltre trent’anni di attività, DiMar Group è divenuta fornitore diretto dei più grandi brand internazionali del lusso, producendo annualmente circa 400.000 borse di alta gamma, nelle sue due sedi di Valentano e di Campli.

Una storia che nasce da una passione autentica di due artigiani locali per il mondo della pelletteria, della qualità delle materie prime e dell’eccellenza del prodotto. Una passione che persiste tuttora, ed emerge soprattutto quando, dopo oltre 40 anni nel mondo della pelletteria, si vedono ancora i due fondatori in prima linea nel reparto produttivo, accanto ai tanti collaboratori.

innovazione, sostenibilità e gestione delle competenze come driver di crescita

“L’evoluzione di DiMar è iniziata per rispondere alle richieste delle case del lusso per le quali produciamo. Oltre a dare massima attenzione alla sostenibilità ambientale e al benessere dei lavoratori, abbiamo fatto grossi investimenti in adeguamento tecnologico. Tutto questo, mantenendo alta la tradizione dell’artigianato e al Made in Italy”, continua Cionco. Volontà espressa dalla vision stessa del gruppo: “Tramandiamo la tradizione dell’artigianato Made in Italy attraverso innovazione e sostenibilità”, affiancata dall’impegno di fare delle persone e della loro professionalità il cuore del successo aziendale.

Nonostante il settore tradizionale in cui opera, l’innovazione è sempre stata uno dei principali driver di DiMar Group. Per dare concretezza alla visone aziendale legata all’artigianalità e all’impegno di tramandare il savoir-faire tipico del Made in Italy, il Gruppo qualche anno fa ha intrapreso un percorso di sviluppo basato su quattro linee guida: sostenibilità, innovazione, formazione continua e digitalizzazione.

“In passato, con meno persone, era più facile gestire manualmente, un po’ a memoria e con l’aiuto dell’ufficio di gestione del personale, le skill di tutti i lavoratori. Adesso diventa complicato: le persone sono più di 100, alcune sono inserimenti recenti, della cui carriera non si ha una memoria storica. Per noi diventa importate generare un database aggiornato che tenga conto delle specifiche esperienze di ciascuno.” Spiega Valerio Muti, Plant Manager dello stabilimento di Valentano.

Infatti, come prima cosa, awm porterà a DiMar Group un maggior rigore nella registrazione dei dati, che avverrà attraverso un sistema automatico, integrato e gestito in modo condiviso tra più funzioni. Di conseguenza, il reperimento dei dati sarà più facile e veloce, essendo questi raccolti nella stessa piattaforma e non più in diversi file Excel, che venivano modificati da ogni capo reparto, ognuno con le sue regole.

la digitalizzazione come leva per valorizzare le persone e il savoir-faire

“Sono certo che con awm riusciremo a sostituire con un approccio più smart ed efficace quella che oggi è un’attività manuale affidata al buon senso e alla capacità delle singole persone.” Dichiara Cesare Frescura, Plant Manager dello stabilimento di Campli, “In particolare, contiamo di risolvere due importanti criticità: la prima è una dinamica interna, rappresentata dalla necessità giornaliera di ri-allocare le risorse su varie linee, per effetto di assenze o particolari esigenze produttive. La seconda, una dinamica esterna, ovvero gestire l’aumento della richiesta di dinamicità e polivalenza da parte del mercato del lusso.”

Tra le diverse figure aziendali, è stata Maida Paganini, Direttore Risorse Umane e Organizzazione, a portare la trasformazione digitale in DiMar Group: “Il mio ruolo nell’inserimento e nella ricerca di uno strumento di awm è stato un ruolo attivo. Ho iniziato cercando uno strumento che permettesse di mappare le competenze delle persone, questo per avere una panoramica sulle persone che abbiamo all’interno e dare loro la possibilità di migliorare le loro competenze all’interno della produzione.”

Il suo ruolo all’interno di DiMar, spiega Maida Paganini, non è un ruolo di risorse umane classico, ma è una figura che guida il cambiamento, che fa da raccordo tra l’ascolto dei bisogni delle persone, la direzione e la proprietà: “Ho cercato uno strumento che potesse dare una mano alla pianificazione delle risorse sulle varie linee, perché era un bisogno che ho percepito parlando con le persone. Da notare che, negli ultimi anni, DiMar ha visto una crescita e una riorganizzazione molto importanti, soprattutto dal punto di vista delle persone: dal 2016 ad oggi ha quasi quadruplicato il numero di dipendenti – Inoltre, avendo lavorato per molto tempo nel settore tecnologia e innovazione, volevo portare all’interno dell’azienda un software che sostituisse tutta la parte cartacea e che portasse un cambiamento culturale nei nostri due stabilimenti, che hanno avuto negli anni una storia diversa e quindi anche delle modalità di lavoro diverso. Avere uno strumento unico, aiuta anche ad unire e pianificare meglio i due stabilimenti.”

Maida Paganini racconta di non aver incontrato grossi ostacoli nel proporre questo nuovo strumento, che anzi, è stato accolto dal management e dalla proprietà come uno strumento innovativo e che avrebbe aiutato non solo a mappare le competenze ma anche a gestire la flessibilità richiesta dai clienti: “Le paure del cambiamento consistevano nella possibile resistenza da parte delle persone ad accettare un nuovo strumento digitale e abbandonare la parte cartacea. In realtà, abbiamo presentato il progetto prima ai capi reparto e poi alle singole persone e dobbiamo dire di aver trovato un buon riscontro: da parte di tutti c’era voglia di cambiare e di migliorare gli strumenti di lavoro che fino ad allora avevano a disposizione.”

Parlare di artigianalità e savoir-faire oggi comporta tutta una serie di linee guida da considerare. Il mercato è caratterizzato da una richiesta sempre più frammentata e personalizzata, nuove leve di consumatori si stanno affacciando sul mercato e richiedono una qualità e un’artigianalità dei prodotti sempre più marcata. Questo richiede ai produttori di dotarsi di nuovi strumenti attraverso i quali gestire il savoir-faire. Anche in un settore molto tradizionale come quello delle borse in pelle, in realtà la digitalizzazione sta entrando e sarà sempre più caratterizzante la capacità di innovare e sviluppare competenze e artigianalità.

“Produciamo borse. Può non essere immediato l’abbinamento a un prodotto così maturo con l’innovazione nel settore digitale.” Spiega Giorgio Pellegrini, Operation Director del gruppo. “Tuttavia, non è tanto una questione di prodotto quanto di processi, che hanno bisogno di un’innovazione da un punto di vista digitale. Credo che uno strumento come awm, non complesso ma capace di entrare in profondità all’interno dei processi produttivi, ci aiuti in questo percorso evolutivo e ci aiuti ad essere bravi nel mestiere che sappiamo fare, per il quale i clienti ci cercano, ma anche sempre più bravi nell’essere rispettosi della società, dell’ambiente e del mondo in cui viviamo.”

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